
CAMPIONATO TORNITORI
Mercoledì 18 Settembre l’agenzia Randstad ha organizzato a Torino il recruiting day per il campionato tornitori 2019. I candidati che sono stati selezionati potranno seguire un corso di 160 ore e si sfideranno nella tappa successiva in programma il 29 Ottobre. I colloqui si sono svolti ,presso il Cnos- Fap Agnelli in corso Unione Sovietica 312. Chi totalizzerà il maggior punteggio nella prova pratica accederà alla finale che avrà luogo il 27 ed il 28 Novembre presso il Centro Tecnologico di Piacenza. Questa prova consisterà nella lavorazione di un pezzo di tornitura.
MASTER IN SCIENZE DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA
Fino a lunedì 30 Settembre è possibile iscriversi al Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia organizzato dal Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II(Piazza San Giovanni in Laterano 4- Roma. ) il programma è scaricabile dal suo sito internet .
Pagina web : http://www.istitutoigp2.it/wp/offerta-accademica/master/scienze-del-matrimonio-e -della-famiglia/
Per essere ammessi al Master è necessario possedere almeno un titolo di studio universitario triennale. Il corso ha una durata biennale ( 120 ECTS) che presuppone un primo anno intensivo presenziale a Roma presso il Vaticano, mentre Il secondo è di distance-learning.
Il corso in questione è un Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia con riconoscimento canonico. Seguire l’attività formativa fino al termine abilita a prestare consulenza nei consultori famigliari dipendenti dall’autorità ecclesiastica; dirigere le Commissioni e /o gli Uffici per la Pastorale del Matrimonio e della Famiglia, insegnare materie attinenti ai temi del Matrimonio e della Famiglia nei corsi di Teologia per Laici. Il Master offre una formazione accademica interdisciplinare in Scienze Del Matrimonio e della Famiglia. I suoi contenuti sono pensati per “preparare” gli agenti di pastorale famigliare delle Chiese locali offrendo un programma interdisciplinare di carattere unitario trasmettendo nozioni filosofico-teologiche arricchite dal contributo delle scienze umane e dall’attenzione pastorale.
L’UMANITA’ E ‘ PATRIMONIO
Monica Cerutti , ex assessore alle Pari Opportunità della Regione Piemonte, nel suo ultimo libro :” l’umanità è patrimonio” svolge un’operazione di alta politica ragionando a partire dal presupposto secondo cui i fenomeni migratori che permeano l’odierna Società complessa vanno letti secondo una nuova prospettiva che punta a utilizzare il metodo narrativo per sconfiggere pregiudizi e stereotipi sul tema migratorio. Dal punto di vista terminologico, in linea generale, si riscontra una differenza semantica tra il termine integrazione e la parola interazione. Ciascuno dei due vocaboli, porta l’attenzione sugli aspetti valoriali che permeano una Società complessa come la nostra. Il processo di integrazione culturale implica che un determinato individuo, che secondariamente assume la qualità di migrante venga inserito in modo passivo nella realtà ospitante. Utilizzare una prospettiva interattiva, significa, invece, comprendere che una persona si sente accolta in una nuova realtà se ne coglie gli aspetti strutturali dialogando con l’”altro”. E’ un metodo che non appare immediato nella sua attuazione, ma se ben coltivato, risulta proficuo dal punto di vista della maturazione dei popoli che contribuiscono a costituire il nostro panorama culturale. Questa è una tesi sostenuta da psichiatri e antropologi, i quali nel contempo ritengono che in una realtà come quella odierna, e cioè fortemente individualista, anche a motivo dell’imperversare della tecnologia, abbiano più facilità ad attecchire concetti e rappresentazioni, veicolate da determinati partiti, che con la loro azione alimentano, avendo la consapevolezza di farlo, atteggiamenti che a buon diritto si possono definire, secondo un vocabolario, inevitabilmente valutativo, xenofobi e razzisti. Le buone pratiche di interazione di cui Monica Cerutti ci rende partecipi attraverso “l’umanità è patrimonio” sono tali perché si verificano all’interno di piccole Comunità. Attraverso il suo volume, Monica Cerutti, ci interpella su alcune rilevanti questioni coscienziali che riguardano in specifico l’importanza di elaborare in termini collettivi un umanesimo che tenga conto dei differenti modi, in cui persone sempre in movimento, contribuiscono a modificare, sia in termini fisici che simbolici, i luoghi in cui migrano lasciando la loro impronta, attraverso una pluralità di linguaggi e metodi, facendo, ad esempio delle scuole, e di tutti i diversi laboratori educativi, rilevanti teatri interattivi che assumono l’identità di palestre di vita in cui persone appartenenti a differenti culture crescono scambiandosi esperienze nella quotidianità attraverso l’ oralità che contribuisce, essa stessa, secondo la prospettiva costruttivista a plasmare la realtà sociale. La migrazione fisica e corporea di persone che lasciano il loro paese a motivo di carestie e guerre reca al suo interno la volontà di vivificare sogni ed ideali che aiuteranno a costruire ponti che con la loro imponenza, sia reale che metaforica distruggeranno i muri, purtroppo ancora esistenti. L’Italia, che Monica Cerutti vuole raccontare in “l’umanità è Patrimonio” è ricca di “pari opportunità. Concetto cardine nella visione socio-antropologica di colei che in questa occasione presentiamo come saggista.
Monica Cerutti, L’’umanità è patrimonio Neos Edizioni, 2019 pagg.72 , 11,00 euro.
CAMPI INTERASSOCIATIVI
I campi interassociativi sono contesti formativi in cui condividere spazi e tempi di riflessione, che siano preludio ad una fase successiva di rielaborazione. Sono organizzati da associazioni che decidono di provare a governare insieme le situazioni sociali strutturando la loro azione nella consapevolezza che la pluralità dei punti di vista sia la condizione essenziale per mettere a frutto quanto ricavato dai differenti soggetti coinvolti, all’interno dei diversi frangenti esperienziali da cui provengono. I materiali su cui si “lavora” sono le storie personali di ognuno che diventano il punto focale di origine, per giungere a proporre piste di cambiamento. Questi confronti sono aperti a tutte le persone che radicano la loro vita in valori ispirati alla convivialità e alla condivisione. L’intento fondamentale dei campi interassociativi è quello di provare a fornire nuova linfa spirituale alla vita di chi vi partecipa. Dalle pagine dei giornali o dai mezzi di comunicazione in generale, si hanno esempi quasi quotidiani della connotazione individualistica rispetto al bagaglio valoriale della società in cui viviamo, che pone sul piatto molti stimoli ed informazioni spesso incoerenti tra loro. E’ importante allora, chiedersi se l’uomo e la donna dal momento che sono gli unici abitanti della Terra in possesso di cultura , non siano per questo motivo datati di una ricca interiorità a cui fanno capo anche se non sempre in termini consapevoli. Se ciò è vero, diventa chiaro il desiderio di alcuni attori istituzionali di predisporre momenti interattivi in cui problematizzare ciò che nella quotidianità appare ovvio. Gli uomini hanno sempre di più l’esigenza di progettare se stessi facendo “deserto” organizzato intorno a loro. I campi interassociativi vengono strutturati considerando che la pianificazione di se stessi si ottiene attraverso dialoghi originati da un focus comune. Questi percorsi hanno lo scopo di aiutare le persone a porsi “interrogativi” di senso sulla loro vita”. Infatti In determinate situazioni è importante porre l’accento sul senso del limite. Tali contesti di aggregazione constano di meditazioni bibliche, Messe e dibattiti . Questi ritiri prevendono congrui intervalli in cui i partecipanti possono fruire del tempo libero dando allo sport e al relax nuovi significati.
VIVO PER MIRACOLO
Tom Uzhunnalil , sacerdote salesiano del Kerala , trasferitosi in India per insegnare discipline tecno-scientifiche e missionario in yemmen, nel suo ultimo libro :”vivo per miracolo (Elledici Edizioni 2018)”presenta la sua biografia ponendosi come semplice salesiano radicato nella fede e protetto dalla preghiera.
Nel libro racconta il “secondo tempo della sua vita” questa è la fase, in cui diviene testimone oculare del martirio cristiano . Questo perché una squadra di guerriglieri fa irruzione nella casa di cura gestita dalle Missionarie della Carità ad Aden in Yemmen . Viene messo in atto un massacro di quattro delle cinque suore e di dodici operatori. La suora sopravvissuta è la responsabile della Casa. Il sacerdote nel libro rende partecipi i lettori di essere stato portato via e del fatto che questo , ha avuto come conseguenza la perdita delle sue tracce. L’episodio è stato interpretato dalle agenzie di stampa meno accorte come una crocifissione. L’isolamento di cui è vittima dura 557 giorni. Quella che il testo presenta è una vicenda che reca in sé molteplici aspetti, si caratterizza perché,
Don Tom vive la sofferenza fisica ma allo stesso tempo il rafforzamento spirituale dato dalla preghiera. La meditazione gli procurerà salvezza per grazia di Dio. La solitudine della prigionia e l’ora per “pregare e riflettere”. In essa i preti trovano la forza per dare alla loro appartenenza al Padre significati nuovi, diventando capaci, attraverso la loro spiritualità di “spostare” le montagne”. Don Tom, attraverso la sua narrazione, riesce ad esplicitare che “il bene vince adagio”. Quanto accaduto all’autore del libro assume significati particolari perché il sequestro ha coinvolto larga parte del mondo, in ansia per le sue sorti. Questa circostanza merita una riflessione, infatti la nostra è un’epoca contraddistinta dalla paura della vecchia e della sofferenza che sfocia nella più naturale conseguenza della vita che è la morte. Dobbiamo imparare, ed il libro è un auto in questa direzione a concepire il Vangelo come una riserva di coraggio e fiducia nel buon Dio. Diventano allora, molto importanti momenti religiosi come rosari, messe novene, voti e processioni.
Il libro racconta Anche dell’appello con cui Papa Francesco ha chiesto la liberazione di don Tom . Il suo sequestro , per la cui liberazione fu richiesto un ingente riscatto, attraverso un video preparato dai sequestratori, è terminato con una liberazione che ha restituito ai suoi poveri un sacerdote, padre ed amico fraterno.
MASCHIO E FEMMINA LI CREO’
Vista l’emergenza educativa che caratterizza in particolare la nostra epoca, con peculiare riferimento alle tematiche sociali che concernono l’affettività e la dimensione prettamente sessuale la Congregazione per l’Educazione Cattolica sul Gender sente la necessità di redigere un documento per sostenere i soggetti impegnati nell’educazione delle nuove generazioni affrontando i temi in questione attraverso un “metodo” inserendolo nel contesto più ampio che si collega all’educazione amorosa. Il testo ha un’impostazione dialogica e valorizza la ricerca non ideologica che garantisce di provare a combattere le discriminazioni svolgendo un’ opera pedagogica di accompagnamento all’analisi dei suoi argomenti esprimendo alcune tesi sul fatto che per la Chiesa non è coretto predisporre le teorie sul genere sulla base dell’antropologia “del neutro “ ma su quella “delle differenze”.
I lettori ideali di questo trattato sono dirigenti di scuole cattoliche, insegnanti, genitori, educatori, parroci, movimenti ecclesiali e associazioni.
Congregazione per l’Educazione Cattolica sul gender “Maschio e femmina li creò” Edizioni Paoline, pp.48, 20 euro
AUDIOVISIVI
Con largo anticipo diamo notizia dello spettacolo teatrale Che fine ha fatto babbo natale? di cui sono in vendita i CD e gli Spartiti -Copione.
Il CD contiene sei canzoni con le relative basi musicali mentre lo Spartito – Copione contiene copione testi e spartiti dei brani. Lo spettacolo è pensato per bambini dai 7 ai 12 anni ed è adatto ai contesti multiculturali. E’ messo in scena da molti personaggi, data la complessità degli intrecci narrati . la sua atmosfera è strutturalmente fiabesca . La trama prende le mosse dall’episodio per cui al Circolo Polare Artico gli elfi ricevono una lettera, in cui si comunica l’avvenuto rapimento di Babbo Natale e la conseguente impossibilità di fare festa ricevendo i regali attesi.
Sulla scomparsa di Babbo Natale si incontra e scontra una pluralità variegata di individualità derivanti dal folklore e dalla legenda, che si trova ad interagire con personaggi che fanno capo alla tradizione natalizia come San Nicola, la Befana, i Re Magi e Santa Lucia . L’obiettivo del loro agire tutti insieme e ritrovare Babbo Natele e ridare significato alla festa Cristiana più amata dai bambini. Ci riusciranno?
David Conti, Renato Giorgi , che fine ha fatto babbo natale?, Edizioni Paoline CD 12,50 euro , spartito copione 8, 50 euro.
Il materiale audiovisivo raccoglie le basi e contiene sei testi musicali più un brano strumentale di uno spettacolo predisposto per bambini dai cinque ai dieci anni che voglio festeggiare il Natale o a Scuola o in Parrocchia, affrontando i temi relativi all’amicizia e all’umanità. Lo Spartito- Copione invece raccoglie i copioni i testi e gli spartiti dei brani.
La rappresentazione teatrale narra la missione dell’angelo Carletto che deve trovare due animali che abbiano la dignità di stare vicino al nascente Gesù che è un piccolo Re. Gli animali che popolano la terra sono tanti quindi la decisione è complessa. Lo spettacolo, esplicita l’intreccio tra la leggenda del pettirosso e quella del bue e dell’asinello nel presepio.
Francesco Daniele Miceli – Corrado Silitti La culla del piccolo re, Edizioni Paoline, 2019 CD 12,50 euro , spartito copione 8, 50 euro.
IL CRISTIANO ERRANTE E I DISCEPOLI DI EMMAUS
“Il cristiano errante: i discepoli di Emmaus” è un’ opera di Alessandro Zaccuri che si inserisce all’interno del progetto “scrittori di scrittura” L’obiettivo del progetto in questione è valorizzare i prodotti testuali di professionisti che a partire dalla loro sensibilità desiderano provare a riscrivere alcuni passi biblici. Visto questo scopo ambizioso, ai singoli libretti si accompagna l’introduzione esegetica di un biblista e contemporaneamente la traduzione del testo originale che solitamente è scritto o in ebraico o in greco. Nel “cristiano errante “ Alessandro Zaccuri si occupa dei discepoli di Emmaus che compiono un viaggio andata e ritorno da Gerusalemme a tale piccolo villaggio. Il fatto accade nel giorno in cui due donne vanno alla tomba di Gesù e trovano il sepolcro vuoto.
L’episodio coincide con l’ultima pagina del Vangelo di Luca rappresentando il termine di un percorso lungo. Nonostante la sua lunghezza e tortuosità il percorso compiuto non sembra aver condotto agli esiti sperati. La giornata narrata nel brano evangelico appare immediatamente anomala. L’anomalia è rappresentata dai passi e dalle voci che nel loro insieme rappresentano il contesto nel quale viene reso noto che la tomba di Gesù è vuota. L’assenza del corpo di per sé non significa che il Signore sia vivo o morto.
Constatare che il sepolcro è vuoto crea sgomento nella collettività che viene a contatto con il racconto di questo fatto. Zaccuri nel libro mette in evidenza che i discepoli si sentono smarriti perché ritengono che colui il quale per loro era diventato una guida, si sia improvvisamente trasformato nel nulla più assoluto. Trovandosi difronte a questa situazione i discepoli decidono di intraprendere il viaggio di rientro continuando a parlare di quanto hanno ascoltato. In quel frangente Gesù, probabilmente perché comprende che lo stavano cercando in modo sincero, comincia a camminare con loro.
L’autore del :”Cristiano Errante “ pone in evidenza il fatto che i discepoli non riconoscono il Signore. Questa difficoltà nell’attribuire un’identità a chi diventa nuovamente loro interlocutore nasce dal fatto che le operazioni di riconoscimento “nascono” da un’importantissima attività di confronto che con il Risorto non può avvenire perché essendo, “nato a vita nuova” ha in se troppi elemento che lo diversificano rispetto a quello che era nella sua precedente esistenza. Zaccuri fa riflettere sul fatto che le persone comuni come i discepoli non possono avere esperienza della vita che il loro Maestro compie dopo essere Morto e Risorto. Il lettore attraverso le pagine del :”Cristiano errante”, viene portato a riflettere sul fatto che Gesù e l’unico Uomo esistito nella Storia, la cui vita si conosce prima che si sviluppi.
Quando il Maestro pone dei quesiti ha chi interagisce con lui è già conoscenza degli sviluppi relativi agli accadimenti su cui chiede di argomentare. I suoi quesiti quindi non mirano mai a prendere atto dei fatti ma hanno sempre fini ulteriori e diversi. Gesù, con i suoi quesiti mira a “valutare” quanto i discepoli sanno colorare ciò che accade per mezzo di tinte emotive dettate dai loro sentimenti e stati d’animo. Alessandro Zaccuri attraverso l’opera :”Cristiano Errante “ riscrivendo i Discepoli di Emmaus vuole farci comprendere che il Signore riprende chi vive con lui perché il loro cuore, al pari del nostro non è pronto ad accogliere le sue verità successive alla Resurrezione. La Preghiera l’accostamento all’Eucarestia vengono considerati gli strumenti privilegiati per intraprendere un nuovo cammino di fede che ci porti a comprendere lo splendore del Risorto.
Alessandro Zaccuri, il cristiano errante, Effatà editrice, 2018 pagg.72 , 6 Euro
Niccolò Ghirardi